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Rogna Sarcoptica del cane (Sarcoptes scabiei canis). (Versione 1.1)

Dott.sa Monica Cagiola
21/01/2022
Editor IZSUM

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Monica Cagiola, Direttrice dell'Unità Operativa Complessa Officina Farmaceutica dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche.

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Parlerò di un caso di antropo zoonosi o zoonosi inversa, situazione cioè in cui la malattia infettiva viene trasmessa dall'Uomo all'animale (in questo caso un cane), e non l'opposto. Il caso di studio si è verificato durante il tirocinio presso il reparto di Clinica Medica al Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Perugia.

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Una mattina venne in ambulatorio, la proprietaria di un piccolo cane di razza Pinscher. L'animale presentava, all'esame obiettivo generale lesioni crostose con vescicole puntiformi. Il sintomo preponderante era un prurito intenso. Il primo sospetto era che ci si trovasse di fronte ad una ectoparassitosi. Il tipo di lesioni e la sintomatologia facevano escludere la “rogna rossa” (Demodex canis), l'ipotesi che sembrava più appropriata è che si trattasse di “rogna sarcoptica” (Sarcoptes scabiei canis).

Subito, nel corso della visita, si notò come anche la proprietaria presentasse estese lesioni cutanee nella zona del polso, simili a quelle dell'animale. La signora si lamentò infatti di soffrire da diverso tempo di un fastidioso prurito, in queste aree, soprattutto di notte. Avanzammo subito l'ipotesi che la parassitosi del cane avesse contagiato anche lei. Il cane a suo dire non era venuto in contatto con altri animali negli ultimi tempi e la fonte di contagio risultava quindi incerta.

Furono effettuati dei prelievi dalle zone cutanee interessate e le croste vennero trattate (idrossido di potassio 20%) procedendo poi all'esame microscopico per verificare la presenza di acari. L'esame di laboratorio confermò il sospetto clinico che indicava la rogna sarcoptica. La prescrizione terapeutica per l'animale fu una pomata a base di permetrina ad uso topico sulle lesioni dato che queste non interessavano ancora l'intero corpo del cane. Successivamente la Signora nel contattare la Clinica per il follow up della visita, aggiunse un dato molto interessante.

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Disse che dopo un'accurata indagine per scoprire l'origine del contagio era emerso che l'infezione poteva essere dovuta ad una persona che frequentava la casa che era risultata anche lei affetta da scabbia anche in modo significativo. Poteva pertanto aver contagiato il cane, che a sua volta aveva trasmesso la parassitosi alla proprietaria. Il caso in questione era quindi per noi particolarmente interessante. Perchè dimostrava come anche l'Uomo potesse trasmettere una zoonosi agli animali. L'agente causale della zoonosi di cui stiamo parlando è un acaro: il Sarcoptes scabiei che invade e colonizza la cute degli ospiti provocando la rogna sarcoptica. Il contagio avviene per il contatto diretto fra soggetti sani e malati. Mentre il maschio, la larva o la ninfa, rimangono prevalentemente localizzati sulla superficie dell'epidermide; la femmina vi scava delle gallerie nelle quali può deporre fino a cinquanta uova. Per questo la rogna, se non viene contrastata precocemente, risulta particolarmente difficile da trattare.

In questo caso, la prevenzione è fondamentale e il Veterinario cercherà di effettuare il trattamento precocemente sulle lesioni localizzate. Allo scopo possono essere utilizzate pomate a base di permetrina o, nei casi più gravi, si può optare per un trattamento sistemico con ivermectina in via parenterale.

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