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Tre Storie di Leptospirosi Casi di studio riportati dal Medico Veterinario Silva Costarelli (Istituto Zooprofilattico Sperimentale UM) 13 Aprile 2023 (Versione 1.0)

Silva Costarelli
13/04/2023
Editore IZSUM

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Sono Silva Costarelli, un Medico Veterinario e lavoro all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche a Perugia nel laboratorio di sierologia; la struttura  che permette di fare diagnosi indiretta di una serie di malattia di animali andando a svelare la presenza degli anticorpi nel loro sangue.

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Una malattia molto interessante e anche molto seria è la leptospirosi che può colpire gli animali e anche l’uomo. 

In particolare vi voglio raccontare una diagnosi che abbiamo aiutato a fare agli ospedali del territorio proprio di leptospirosi nell’uomo. 

Come prima cosa due episodi che si sono verificati in tempi diversi in due estati diverse. Ciò perché la leptospirosi normalmente si diagnostica e si evidenzia prevalentemente nei periodi caldi, estivi o autunnali.

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Il primo episodio riguarda un ragazzo di circa ventotto anni. Si era presentato all’Ospedale di Terni dopo aver avuto per quattro o cinque giorni febbre, dolori muscolari, dolori articolari che aveva cercato di risolvere con una terapia a base di tachipirina. 

Inizialmente sembrava che la terapia funzionasse, poi invece la febbre era aumentata e comparve anche un ittero, colorazione gialla soprattutto della sclera, dell’occhio.

Il ragazzo si era così recato al pronto soccorso, dove avevano immediatamente sospettato potesse trattarsi di leptospirosi, perché il giovane aveva raccontato ai sanitari la sua storia delle settimane precedenti. Disse che almeno quindici - venti giorni prima era stato in campagna e aveva aiutato un suo amico a pulire dei locali di un casale in campagna, ovviamente vestito in modo estivo, con ciabatte, pantaloncini corti, canottiera. Pulendo questi locali, avevano notato qua e là escrementi di topo.

E’ stato questo dettaglio che aveva indirizzato i colleghi medici dell’Ospedale a formulare un sospetto diagnostico per Leptospirosi.

In effetti quando hanno mandato il siero il test sierologico che effettuiamo regolarmente per la diagnosi di leptospirosi negli animali, ma anche nell’uomo:  MAT (test di microagglutinazione) che ha dato esito positivo anche con dei titoli anticorpali piuttosto elevati. Quindi la concentrazione di anticorpi era molto alta, significa che probabilmente era passato diverso tempo, almeno più di dieci giorni, dall’inizio dell’infezione, pertanto il ragazzo aveva cominciato a produrre anticorpi.

Parlando poi con il medico che aveva emesso il sospetto diagnostico abbiamo avuto un’ulteriore informazione.

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L'informazione era questa: Il ragazzo amava fare spesso i bagni nel fiume. 

Il fiume è un significativo elemento di rischio, soprattutto in un periodo estivo, in cui le acque si fermano e ristagnano. Inoltre in quel luogo ci sono nutrie, ratti o topi che  eliminano le leptospire con le loro urine nelle acque. Queste avevano le condizioni ideali (ferme, temperatura più alta) per consentire alla Leptospira di resistere e quindi c'è stato un ulteriore elemento diciamo, di rischio, che ha un ulteriore comportamento di rischio per  questo giovane, che non solo aveva pulito locali contaminati, ma aveva anche fatto il bagno in un fiume infetto.

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Il ragazzo, a seguito della diagnosi, è stato sottoposto ad adeguata terapia antibiotica, che nel giro di pochi giorni ha comportato la remissione dei sintomi verso la guarigione, e quindi è stato dimesso dall’ospedale.

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La seconda storia riguarda anche in questo caso un campione di siero che è arrivato presso i nostri laboratori dall’Ospedale di Perugia come siero umano con sospetta leptospirosi. Abbiamo eseguito anche in questo caso il test MAT (sierologico) e in effetti l’esito è stato positivo.

La positività alla Leptospira ballum era caratterizzata da titoli molto alti, quindi con una concentrazione anticorpale anche in questo caso molto elevata.

Abbiamo contattato immediatamente il medico dell’Ospedale di Perugia, che aveva inviato il campione. 

I Sanitari avevano mandato un primo campione di siero presso i nostri laboratori (risultato negativo). Quindi a distanza di quindici - venti giorni avevano effettuato un secondo invio proprio perché fortemente convinti che si trattasse di una leptospirosi, ma avevano anche intuito di aver fatto il primo invio troppo presto, cioè durante la fase acuta dell’infezione quando ancora il ragazzo non aveva sviluppato anticorpi.

Con questo secondo campione è stato possibile avere la conferma dei loro sospetti diagnostici.

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La Sierologia ha un ruolo importante. Molto spesso serve a confermare un sospetto che non si è potuto diagnosticare immediatamente ma, grazie ad essa,  a distanza di alcuni giorni si può fare una diagnosi indiretta verificando appunto lo sviluppo di anticorpi.

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In questo caso il medico mi ha raccontato dell'anamnesi del paziente, da cui si evinceva che esso aveva frequentato le acque di un fiume da canonista, cioè da appassionato di canoa e probabilmente, anche se non se ne avrà mai la certezza, era questo il comportamento a rischio che avrebbe potuto determinare l’infezione da leptospira nel soggetto.

Anche in questo caso il ragazzo è stato sottoposto ad adeguata terapia antibiotica ed è guarito in breve tempo.

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L’ultimo caso di cui parlerò riguarda sempre un uomo ricoverato presso l’ospedale di Pesaro anche lui con sospetto leptospirosi.

Dall’ospedale quindi hanno inviato presso i nostri laboratori delle urine di questa persona, un uomo, un campione di sangue e un campione di siero.

Le urine e il sangue sono stati sottoposti ad esame PCR (Polymerase Chain Reaction) con il quale è possibile la ricerca diretta della Leptospira nelle urine e nel sangue. La PCR aveva dato esito positivo, il siero invece un esito negativo. 

E’ stata emessa comunque la diagnosi e a distanza di quindici giorni dallo stesso Ospedale ci hanno fatto pervenire il secondo campione di siero dello stesso soggetto e questa volta è risultato positivo ad un titolo di 1 a 800 quindi qui avevamo un titolo molto elevato per Leptospira.

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Questa storia ci da due insegnamenti: 

il primo che l’esame sierologico si conferma come un esame importante per fare una diagnosi non nella fase acuta dell’infezione. In questo caso invece è più performante la PCR, perché le Leptospire sono ancora in circolo nel sangue o nelle urine. Invece l'esame sierologico è utile proprio nella fase cronica quando sono passati dieci - dodici giorni e quindi il soggetto ha cominciato a produrre anticorpi. 

Il secondo insegnamento è che la sierologia ci ha permesso di dare anche un nome e un cognome a questa Leptospira.

Cioè abbiamo potuto capire che l’infezione era sostenuta da Leptospira interrogans mentre con la PCR ci eravamo fermati semplicemente a Leptospira

Questo aspetto è importante per individuare le serovar che vengono coinvolte in queste infezioni da Leptospirosi, sia negli uomini che negli animali. In questo modo abbiamo una cognizione, a quel punto epidemiologica territoriale, più precisa che permette anche di fare degli interventi di profilassi adeguati alla situazione.

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